Qualcosa è successo, ma non riesco a capire cosa. Mi aiutate?
Nel 1987, nel Fantastico 8, le geniali baggianate (più geniali che baggianate) di Adriano Celentano avevano costruito un enorme consenso.
Nonostante critiche griffate (Giorgio Bocca lo definì un “cretino di talento”), il pubblico televisivo applaudiva questo tribuno simpatico e gli perdonava errori clamorosi.
Ricorderete infatti che in piena campagna refendaria contro la caccia, invitò a scrivere sulle schede elettorali «La caccia e contro l’amore», riuscendo a fare in un solo colpo due errori: una grammaticale (la e senza accento) e l’altro legale (chiedendo di scrivere sulla scheda, invitava di fatto ad invalidare il voto che tanto gli stava a cuore).
Eppure, quel Celentano faceva discutere, sorridere, amplificava la campagna contro la caccia, rinverdiva valori come l’attenzione all’ambiente e l’ecologia, di cui francamente è stato un precursore. A suo modo un intellettuale, un campione delle idee.
25 anni dopo è tutto cambiato.
Il suo monologo, identico nella forma, è parso più cattivo. Non gli interessa più promuovere un valore o una battaglia ma soltanto risolvere piccole beghe personali contro i giornali che l’hanno criticato. Interesse privato.
Se la prende con la Consulta (che, piaccia o no, ha fatto il suo mestiere secondo Costituzione), sostituendo la sua opinione alle stesse regole costituzionali. Nuova gerarchia delle fonti.
Attacca la totalità dei sacerdoti, la cui presenza è un motore di carità materiale e spirituale continua. E non episodica.
Epperò qualcosa è successo: perché questa volta non è arrivato il consenso di ieri. Dai giornali, dai blog, dai social network è stata invece un’esplosione di critiche.
Celentano è sorpreso. Perchè è saltato il solito schema: quello per cui l’establishment lo critica ma il popolo lo osanna. Questa volta è il popolo a guidare la critica.
Che la Rai sia infastidita, l’aveva messo in conto. Che i cantanti si storcessero, non gliene frega niente. Che i giornali lo attacchino, è sempre successo.
Ma che il pubblico, il suo pubblico, fosse contro di lui, no, questo il tribuno di Galbiate non lo poteva immaginare.
Qualcosa è successo. Tanto è vero che all’Ariston ha fatto l’elogio della lentezza, lui che alcuni anni fa aveva diviso il mondo in Rock e Lento. Dove il Rock era il polo positivo e il Lento quello negativo.
Oggi è per il Lento. Durante un monologo che non è neppure riuscito a fare il picco di ascolti della serata.
Che brutta fine!
E’ successo che il più avanti di tutti, il più moderno di tutti, il più geniale di tutti si è fermato.
Celentano ha dimostrato di essere FALSO! Per vari motivi, ad esempio, tempo fa, in tv, disse che in Italia non c’è libertà di stampa, mostrando una classifica apparsa su un giornale straniero. Ha fatto uno dei suoi predicozzi sulla libertà di stampa, ma … poi martedì scorso a Sanremo ha detto che “Famiglia Cristiana” e “Avvenire” devono chiudere…. mi chiedo: ma perché? Perché tutti i giornali secondo Celentano devono essere più liberi e poter scrivere ciò che vogliono e invece “Famiglia Cristiana” e “Avvenire” no?
Disse bene Baccini di lui in una canzone intitolata col suo nome nel ’92: “Stasera venti e trenta, programma eccezionale / In diretta nazionale / Un re ci parlerà / E’ il re degli ignoranti / Terrà una conferenza / Insieme agli studenti / Su cosa non si sa / Adriano è meglio che canti / Adriano che parlare alla rai” (vedi “Il Foglio” qui: http://www.ilfoglio.it/soloqui/12305 )
….Celentano è solo un venditore di fumo MOLTO CARO
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