Dopo lo sconcertante video di ieri, pubblicato anche su questo blog, è esplosa la protesta contro il prefetto di Napoli Andrea De Martino che ieri ha maltrattato in maniera vergognosa e ingiustificata don Maurizio Patriciello, durante un incontro pubblico.
Ora Avvenire pubblica stralci di una lettera che don Maurizio ha scritto al prefetto.
Eccone alcuni passaggi:
«In mezzo a tanti problemi, mentre nei nostri paesi tanta gente scoraggiata non crede più a niente e a nessuno, mentre la camorra ancora ci fa sentire il suo fiato puzzolente sul collo, mentre i roghi tossici continuano a bruciare come se niente fosse, il signor Prefetto di Napoli mette alla berlina un prete perché anziché dire “signora prefetto” ha detto semplicemente “signora”»
“Se a me, prete di periferia, è concesso ignorare che chiamare semplicemente “signora”, la signora Prefetto di Caserta fosse un’ offesa tanto grave, non penso che fosse concesso a lei, arrogarsi il diritto di umiliare un cittadino italiano colpevole di niente, presente in prefettura come volontario per dare il suo contributo alla lotta contro lo scempio dei rifiuti industriali interrati e bruciati nelle nostre campagne”,
“Se una cosa mi addolora è constatare che tante volte è proprio la miopia delle istituzioni, la pigrizia di tanti amministratori, il cattivo esempio di tanti politici che fanno man bassa di denaro pubblico a incrementare la sfiducia in tanti cittadini”.
“Io alla mortificazioni sono avvezzo. Spendo la mia vita di prete nella terra del Clan dei Casalesi. La mia diocesi, Aversa, è quella di Don Peppino Diana. Quante mortificazioni, signor Prefetto. Quante intimidazioni. Quanti soprusi. Quante minacce da parte dei nemici dello Stato o di semplici delinquenti. Ma io dei camorristi non ho paura. Lo so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno. Io l’ho messo in conto dal primo momento che sono stato ordinato prete”.
“Ha voluto mortificare il prete o il volontario impegnato sul dramma dei roghi tossici? Ha voluto insegnarmi l’educazione – a 57 anni! – o mettermi a tacere perché già immaginava ciò che avrei denunciato? Le nostre campagne languono, signor Prefetto. I giovani sono scoraggiati. I tumori sono aumentati a dismisura. La gente muore. Le amministrazioni locali non riescono a tutelare il loro territorio e la salute dei loro cittadini. E sarebbe proprio a costoro che viene ricordato il dovere di farlo. È una serpe che si morde la coda. Siamo prigionieri in questo “ Triangolo della morte”, in questa “ Terra dei veleni” dalla quale desideriamo uscire quanto prima, pur sapendo che per tanti di noi i danni alla salute sono ormai irreparabili.
Ci ripensi adesso”.
Io non conosco Andrea De Martino, non so chi esso sia, quindi, non posso giudicare ciò che ha combinato solo in base al video.
Chi è De Martino, cosa fa De Martino appena si sveglia ? A chi telefona, chi sono i suoi amici ? Chi gli telefona ? Dopo pranzo cosa fa De Martino ? Alla sera dove va De Martino ?
Quindi, il conoscere dettagliatamente il De Martino ci aiuta ad esprimere oggettive ed obiettive considerazioni.
L’Illustissimo Chiarissimo Magnifico Signor Dottor Prefetto non è degno di allacciare i sandali a don Maurizio Patriciello. In un’altra nazione si dimetterebbe. Qui farà carriera.
Io non conosco nessuna delle persone del video trasmesso, ma ha suscitato in me sconforto, mi ha solo ricordato lupus et agnus….non importavano le motivazioni ma solo chi era lupus e chi era agnus
Dovremmo essere TUTTI come don Maurizio Patriciello! Ma cosa aspettiamo a denunciare tante brutture che ci stanno soffocando sotto tutti i sensi?
Adesso pretendono i titoli nobiliari :
da Montecitorio a tutta la scia che viene dopo, compreso naturalmente sindaci, prefetti l’unico titolo appropriato è “signori/e LADRI”. POCHI si salvano e mantengono il loro vero titolo in quanto praticano con coscienza l’onestà. Noi popoli siamo tutti in una barca senza remi e stiamo per affogare, ma loro non hanno bisogo di remi perchè sono più in alto “su navi da crociere”, al sicuro.
Povera Italia !!!!!!!!
Tutta la mia solidarietà a Don Maurizio: la sua
risposta, da vero signore, era assolutamente
necessaria.
…perché non chiamarla anche Sua Eccellenza come in passato…se servisse a risolvere “il problema” per il quale si erano incontrati…Reverendo non si senta mortificato, ha fatto il Suo dovere: ha “speso” i più deboli, non “ha comprato” applausi dalla criminalità…
Quanto sottolineato dal Signor Prefetto di Napoli equivale al classico “Lei non sa chi siamo Noi…”, tenendo presente che i Signori Prefetti rappresentano il Governo hanno sede “nel Palazzo del Governo”, fortunatamente non tutti la pensano allo stesso modo.
Sono sconvolto e incollerito per lo spettacolo indecoroso offerto da un così detto servitore dello stato, che apostrofa in modo indecente un prete,colpevole di avere omesso il titolo di prefetto rivolgendosi a una signora che ricopre quella carica.Dove ha imparato l’educazione? Neanche un cafone si rivolge in questi termini a una persona.E’ forse la Costituzione Italiana che le suggerisce questa arroganza?
Penso che Napoli, con tutti i suoi problemi, meriti un prefetto degno della carica che ricopre,non un villano che non ha rispetto dei suoi cittadini.Inutile dire a Sua Eccellenza Signor Prefetto di dimettersi.Sarebbe troppo dignitoso farlo!