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RIVELAZIONI. Nave veleni? C’è. Parla pilota ROV

La nave dei veleni
La nave dei veleni

L’Espresso pubblica le parole del pilota del Rov, il sistema che esplora i fondali marini: ce n’è abbastanza per riaprire un caso chiuso molto (troppo?) in fretta.

Credo che più che una bugia consolatoria l’Italia debba pretendere una verità netta, anche se sgradevole. E se lo scandalo fosse stato messo a tacere subito?

 

 Di seguito l’anticipazione di Repubblica.

 «E’ un’altra la nave dei veleni»

Carlo Ciavoni per Repubblica

Quella in fondo al mare di Cetraro, scoperta la scorsa settimana e risultata – secondo il ministero dell’Ambiente – una nave passeggeri – la Catania – affondata nel 1917 e non la tanto temuta “nave dei veleni”, potrebbe rivelarsi invece la “nave delle bugie”. In questa storia, in altre parole, c’è qualcuno che non dice la verità.

L’Espresso, oggi in edicola, pubblica un articolo di Riccardo Bocca, nel quale viene riportata la trascrizione della testimonianza audio del pilota del Rov – Remotely Operated Vehicle, il congegno meccanico dotato di telecamera per l’esplorazione dell’ambiente sottomarino – che il 12 settembre scorso scese a 470 metri per verificare se nelle stive di quello scafo c’erano o no dei bidoni sospetti.

Il pilota parla di due stive pienissime di bidoni, tanto piene da non permettere l’ingresso neanche ai pesci. E questo non coincide affatto con quanto affermato dal ministero dell’Ambiente, che ha sempre detto che le stive della Catania erano vuote. Lo stesso pilota parla poi di uno scafo con una fiancata alta 6-7 metri e con una parte dello scafo interrato, mentre la Catania non era alta più di 5,5 metri.

E ancora: le coordinate del punto in cui il primo Rov scese in cerca dei presunti veleni il 12 settembre scorso, sono diverse da quelle in cui è sceso il secondo Rov, sulla verticale della Catania. C’è una differenza di 3 miglia e mezzo, tra la prima nave con le stive piene e la seconda, con le stive vuote.

Insomma, dichiarazioni che smentiscono di fatto la ricostruzione fatta giovedì scorso alla Direzione Nazionale Antimafia, alla presenza del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, del Procuratore Piero Grasso, e del capo della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, Vincenzo Lombardo.

Il confronto fra le affermazioni del pilota del Rov con quelle ufficiali del Governo e dei magistrati, pone diversi interrogativi. Ma uno, prima di tutti: i filmati e le immagini portate a testimonianza dalle pubbliche autorità giovedì scorso alla Direzione Nazionale Antimafia si riferiscono ad una nave che non è quella che si sarebbe dovuta cercare?

Quando il PCI diceva: «Non togliete quel crocifisso»

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Natalia Ginzburg: «Non conosco altro che dia il senso del nostro umano destino»

Sembra oggi: il 22 marzo 1988 i giornali hanno in pagina la stessa querelle sul crocifisso.

Interviene un’intellettuale, se non organica certamente vicina al PCI, il Partito Comunista Italiano. Si chiama Natalia Ginzburg, l’autrice di Lessico famigliare.

Titolo del pezzo: Non togliete quel crocifisso.

L’ho sempre trovato un articolo bellissimo.

Lo ripropongo in queste ore

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