Tutti gli articoli di Rosario Carello

Sono nato a Catanzaro nel 1973 e sono giornalista professionista. Dal 2008 sono autore e conduttore di A Sua Immagine su RAI1. Nel 2009 ho fondato A Sua Immagine giornale, la versione cartacea del programma, con i commenti al Vangelo del giorno scritti dai vescovi italiani. Dal 2011 scrivo una rubrica settimanale su Famiglia Cristiana. Faccio questo lavoro (in varie forme) da quando avevo 17 anni. Prima di RAI1 ho fatto parte della redazione giornalistica di TV2000, lavorando al TG, ai programmi culturali, ai servizi religiosi e conducendo per un anno il talk quotidiano Formato Famiglia. Per oltre dieci anni sono stato autore e conduttore radiofonico, ho scritto editoriali per Avvenire, diretto per l’AVE un dvd-reportage sull’Azione Cattolica in Italia e collaborato con numerose riviste. Miei testi sono usciti per la Carello Editore e un saggio “La cronaca e altri racconti” è stato pubblicato nel 2008 dalla San Paolo. Dal 2008 curo www. rosariocarello.it, un sito di idee, di discussione, di documenti, a volte di polemiche.

Quando don Karol stava coi giovani

1960. L’allora don Karol Wojtyla, in campeggio con i ragazzi

È uscito un piccolo, prezioso, libro veramente universale. Parla d’amore, di coppia, di fidanzamento e di sposi.

L’autore è un giovanissimo don Karol Wojtyla.

Siamo tra il 19 e il 21 dicembre del 1960. Il futuro Papa tiene un corso di esercizi spirituali ai fidanzati nella collegiata universitaria di Sant’Anna a Cracovia.

Sono gli anni straordinari in cui Wojtyla cura la formazione umana e spirituale di un gruppo di studenti,  lo Środowisko (nel libro è riportata la testimonianza di due donne che ne hanno fatto parte).

Sono gli anni nei quali si forma in Wojtyla tutto quello che la Chiesa e il mondo avrebbero scoperto soltanto a cominciare da 18 anni dopo.

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Da cosa il Papa non si dimette

Su A Sua Immagine Settimanale ora in edicola, c’è un mio articolo. Lo ripropongo qui –

ECCO DA COSA IL PAPA NON SI DIMETTE

I diritti d’autore dei suoi libri? Mai intascati. E poi c’è quel “fioretto del silenzio”. Vi racconto episodi della vita di Ratzinger che non conoscete.

Il giorno in cui uscirà questo numero è lo stesso in cui il Papa salirà a bordo di un elicottero per scomparire in una vita di preghiera.

Io spero che questa vita non sia claustrale, spero di rivederlo, di leggere ancora i suoi libri, spero che la voce più autorevole che la teologia cattolica abbia avuto negli ultimi 30 anni, l’intellettuale più profetico, più lucido e per questo più attaccato degli ultimi decenni, continui a coltivare il dono della parola per il bene della Chiesa e del mondo.

Lo spero, mentre vedo assottigliarsi il fronte dei critici di Ratzinger, completamente conquistati da questo gesto delle dimissioni, inconsueto e scandaloso perché siamo abituati a gente che s’incatena alle poltrone, altro che lasciarle.

E un po’ sorrido perché gli applausi arrivano sempre a tempo scaduto: almeno per i Papi è così.

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Il prossimo Papa si chiamera’ Francesco

Papa

Nei giorni scorsi ho pubblicato sul sito dell’Azione Cattolica Italiana, questo articolo che ripropongo qui. – 

Il prossimo Papa si chiamerà Francesco. Avrà quel vigore del corpo e dell’animo che Joseph Ratzinger dice di non avere più.

Il prossimo Papa custodirà attentamente la voce di Dio che gli parlerà con solo sei parole: «Va’ e ripara la mia chiesa!».

Il prossimo Papa si affaccerà su piazza San Pietro conoscendo a memoria l’urlo di Ratzinger: «Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui» (2005). «Purtroppo il “mordere e divorare” esiste anche oggi nella Chiesa» (2009). «Abbiamo visto che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario e abbiamo pensato: “Il Signore dorme e ci ha dimenticato?» (2012).

Il prossimo Papa avrà una devozione, se l’espressione si può usare nei rapporti umani, per il suo predecessore. Spezzerà con la durezza dello sguardo i consigli curiali di chi vorrebbe convincerlo che sia bene convincere l’Emerito a lasciare il Vaticano.

Il prossimo Papa saprà che la sua vera banca non è lo Ior ma proprio l’Emerito, cuore orante nel cuore pulsante del Vaticano (ricordate S. Teresa di Lisieux?).

Il prossimo Papa chiederà a Ratzinger consigli, sperimentando con questa diarchia dei fatti un embrione di collegialità del papato, che poi certamente evolverà in forme più complesse, come tutti hanno sempre invocato, ma diciamo la verità, non sapevamo nemmeno da dove cominciare.

Il prossimo Papa riformerà la Curia? Sì, per non esserne riformato. Saprà che è «affaticata e stanca», perché lo ha detto Ratzinger, ma lo capirà da solo e subito.

Il prossimo Papa sarà più libero di Ratzinger perché Ratzinger si è già preso, come un parafulmine, il peso di tutti i paragoni e i paralleli possibili con il carisma personale di Wojtyla.

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