Tutti gli articoli di Rosario Carello

Sono nato a Catanzaro nel 1973 e sono giornalista professionista. Dal 2008 sono autore e conduttore di A Sua Immagine su RAI1. Nel 2009 ho fondato A Sua Immagine giornale, la versione cartacea del programma, con i commenti al Vangelo del giorno scritti dai vescovi italiani. Dal 2011 scrivo una rubrica settimanale su Famiglia Cristiana. Faccio questo lavoro (in varie forme) da quando avevo 17 anni. Prima di RAI1 ho fatto parte della redazione giornalistica di TV2000, lavorando al TG, ai programmi culturali, ai servizi religiosi e conducendo per un anno il talk quotidiano Formato Famiglia. Per oltre dieci anni sono stato autore e conduttore radiofonico, ho scritto editoriali per Avvenire, diretto per l’AVE un dvd-reportage sull’Azione Cattolica in Italia e collaborato con numerose riviste. Miei testi sono usciti per la Carello Editore e un saggio “La cronaca e altri racconti” è stato pubblicato nel 2008 dalla San Paolo. Dal 2008 curo www. rosariocarello.it, un sito di idee, di discussione, di documenti, a volte di polemiche.

Rosario Carello a DM: “Parlo di fede anche ai non credenti. Benedetto XVI? Papa mediatico, usa il linguaggio del talk show”

7 ottobre 2012 –

Intervista di Marco Leardi –

Ogni settimana lo vediamo parlare di fede rivolgendosi a tutti. Non credenti compresi. Rosario Carello è il volto più rappresentativo dell’informazione religiosa di Rai1. Dal 2008 conduce A Sua Immagine, il programma d’approfondimento culturale in onda il sabato pomeriggio alle 17.10 e la domenica mattina dalle 10.30. La sua è una vocazione e una sfida allo stesso tempo: in un contesto socio-mediatico che trascura la spiritualità, Rosario riesce a portare in tv la testimonianza cristiana e il racconto dei grandi eventi ecclesiali. Il riscontro di pubblico è positivo e crescente, ma – come il giornalista ha raccontato a DM – non si tratta di un ‘miracolo’. Il segreto, infatti, sta in buona parte nell’approccio utilizzato dal suo programma.

Abbiamo cercato un modo popolare per raccontare la fede, che nel nostro Paese è un fatto rilevante per tante persone. Il sabato pomeriggio, ad esempio, presentiamo le storie quotidiane di chi, grazie al Vangelo, ha fatto qualcosa di importante. La gente, anche se non sembra, ha dei motivi per pregare e per farsi delle domande di fede. Questi interrogativi nessun programma li pone e noi invece lo facciamo, con un successo che ci dà ragione: negli ultimi quattro anni abbiamo raddoppiato gli ascolti.

Da chi è composto il vostro pubblico?

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Intervista su davidemaggio.it

Su www.davidemaggio.it, il sito dedicato alla televisione, più cliccato d’Italia, è stata pubblicata una bella intervista che mi ha fatto il bravo Marco Leardi. 

Nell’intervista provo a ribaltare alcuni luoghi comuni (ad esempio: Benedetto XVI è un Papa profondamente mediatico, perchè ha dentro il codice fondamentale della televisione contemporanea, quello del talk-show: è o no il Papa che preferisce rispondere a braccio alle domande, piuttosto che leggere testi  preparati?).

E poi dico la mia su un pò di cose.

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Il grande talento di Toniolo

Lunedì scorso ho moderato la presentazione del libro di Ernesto Preziosi,Giuseppe Toniolo. Alle origini dell’impegno sociale e politico dei cattolici” (Paoline, 2012). Introducendo i lavori ho detto che tra i grandi talenti di Giuseppe Toniolo c’è stato quello di aver saputo dialogare/collaborare/lavorare con i vescovi, in un’epoca in cui non era ovvio che avvenisse.

Ho poi constatato  che negli ultimi 20 anni, dopo il crollo della DC, la dinamica dei rapporti tra cattolici impegnati in politica e vescovi  è stata stretta tra due poli, tra: «Io sono un cattolico adulto», frase spiritualmente senza senso ma politicamente incazzosa, pronunciata da Romano Prodi, allora premier, contro il card. Ruini (epoca dei Dico), e dall’altra parte: gli atei devoti, che ai più appaiono lesti a risolvere favori più che testimoni di fede, che anzi se ne guardano bene dall’esserlo o dal dichiararsi.

Due opposti estremi, da cui verrebbe fuori che non c’è alternativa tra rissa e  zerbinismo, chiamiamolo così (vedi zerbino).

Ma così non va! E così non andremo da nessuna parte!

Il grande talento di Toniolo è stato quello di essere un cattolico autentico, capace di originalissimi contributi, capace di aiutare i vescovi a superare alcuni ritardi culturali (il rifiuto della democrazia, ad esempio), capace di farlo senza polemiche, senza scontri, senza falsità ma anche senza zerbinismi (appunto).

Un rapporto maturo, adulto (questo sì), responsabile da entrambe le parti.

Forse è per questo che a voce forte, il Papa e i vescovi chiedono che si faccia avanti una nuova generazione di politici cattolici, perchè se una nostalgia c’è è quella di un laicato alla Toniolo.

E’ curioso che dobbiamo guardare indietro, a prima del Concilio, per trovare felici esempi da applicare oggi in pieno post Concilio. Sarebbe bello indagare perchè.

Alla presentazione del libro hanno partecipato: Ernesto Preziosi, lo storico Agostino Giovagnoli, il presidente dell’AC, Franco Miano, il presidente delle ACLI, Andrea Olivero.

Maestro Brando!

Ho lavorato con Brando Giordani per 7 mesi a TV2000, 7 mesi bellissimi.

Ho condiviso la stanza con lui da settembre 2007 ad aprile 2008, tutti i giorni della settimana.

Gli ho fatto domande sulla storia e sulle persone, abbiamo parlato di lavoro e di famiglia. Ho visto il suo metodo e ho cercato di impararlo. Ho ammirato la sua instancabile marcia.

Quello che dicono oggi i giornali è tutto vero: Brando è stato un genio, un gentiluomo, una persona intelligente e ironica, sensibile fino al punto di restare male.

Ha inventato metà della televisione che è entrata nella storia (lui  ha voluto il Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Credere non credere di Zavoli, Il Fatto di Enzo Biagi, Carramba in tutte le sue edizioni, Pronto? Raffaella, Odeon, Colosseum…).

Ma c’è una cosa, su tutte, per cui dico grazie a Brando: perchè non ha temuto di raccontare ai più giovani i segreti del mestiere.

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