Appena pochi minuti dopo la prima notizia, quella della cattura di Gheddafi vivo, la festa di un popolo e il dramma di un uomo sono andati integralmente e in diretta su www.rosariocarello.it.
Questo sito è stato immediatamente re-impaginato, come già sabato scorso per le violenze dei black-bloc: dalla HOME PAGE sono scomparsi tutti gli articoli, finiti in PRIMA PAGINA, e a tutto schermo è andata in onda la diretta di Al Jazeera in inglese.
Per quasi 20 ore, cronaca e approfondimenti, diretta e archivio, si sono alternati per una notizia che fa del 20 ottobre 2011 una giornata a suo modo storica.
Mai come in questo caso le immagini testimoniavano da sole: quando ancora nè la Nato, nè gli USA, nè il Governo italiano erano in grado di confermare al 100% la morte di Gheddafi, la diretta da Sirte mostrava una gioia incontenibile del popolo. E un popolo non festeggia in massa, a vuoto.
La notizia della cattura e della morte di Gheddafi, era dunque confermata direttamente dalla festa della gente libica, la festa per la fine di 42 anni di terrore.
Purtroppo però abbiamo visto e abbiamo trasmesso anche le immagini della morte di un uomo, un uomo cattivo e sanguinario, un uomo che ha vissuto senza pietà, salvo chiederla per sè negli ultimi istanti. Non gli è stata concessa, anzi. Sul suo corpo ferito e poi senza vita si sono accaniti, come, la storia insegna, avviene con i sanguinari ma come la pietà vorrebbe non fosse neppure con i peggiori criminali.
Ancora una volta, e per certi versi mai come questa, la storia, fatta di drammi personali e di gioie collettive, si è compiuta in diretta. Con le troupe delle grandi TV mondiali a raccontare e i siti come www.rosariocarello.it a rilanciare senza filtri e in tempo reale.
La storia che si fa in diretta sul sito, è certamente una delle novità del nuovo giornalismo.
La violenza di massa su un uomo violento con le masse, quella, putroppo, non è una novità.
Rosario Carello