Leggendo la biografia di Ignazio Visco, nuovo Governatore della Banca d’Italia, colpisce un dato: ha cominciato a lavorare in questa grande istituzione, all’età di 22 anni, nel 1972, un anno dopo la laurea.
Ora io non so bene neppure come si entri in Bankitalia, ma il fatto che in un’epoca neppure lontanissima, vi si potesse accedere a quell’età, la dice lunga su come sono cambiati i tempi e su come si è imbruttita l’Italia. Oggi a 22 anni non puoi nemmeno sperare in un lavoro a tempo determinato in una piccola azienda. Non puoi nemmeno sperare in un lavoro. Non puoi nemmeno sperare. Semplicemente, non puoi.
E’ questo senso di impotenza che spinge ad andare in piazza e pacificamente chiedere considerazione, prima ancora che aiuto.
Il nuovo Governatore Visco è persona altamente competente e stimabile, e a lui vanno i nostri auguri e la nostra considerazione. E’ per altro un esponente delle istituzioni che vive il ruolo come si deve e per questo lo ringraziamo in modo particolare, perché abbiamo nostalgia di siffatti uomini dello Stato.
Queste mie considerazioni, dunque, nulla vogliono togliere al Governatore Visco. Anzi.
Sono solo una fotografia di quanto il nostro Paese e il mondo siano davvero cambiati.
Ieri si entrava in Banca d’Italia a 22 anni, oggi cosa si è a 22 anni? Cosa si può fare anche a 32?
Rosario Carello