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Intervista su davidemaggio.it

Su www.davidemaggio.it, il sito dedicato alla televisione, più cliccato d’Italia, è stata pubblicata una bella intervista che mi ha fatto il bravo Marco Leardi. 

Nell’intervista provo a ribaltare alcuni luoghi comuni (ad esempio: Benedetto XVI è un Papa profondamente mediatico, perchè ha dentro il codice fondamentale della televisione contemporanea, quello del talk-show: è o no il Papa che preferisce rispondere a braccio alle domande, piuttosto che leggere testi  preparati?).

E poi dico la mia su un pò di cose.

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Il grande talento di Toniolo

Lunedì scorso ho moderato la presentazione del libro di Ernesto Preziosi,Giuseppe Toniolo. Alle origini dell’impegno sociale e politico dei cattolici” (Paoline, 2012). Introducendo i lavori ho detto che tra i grandi talenti di Giuseppe Toniolo c’è stato quello di aver saputo dialogare/collaborare/lavorare con i vescovi, in un’epoca in cui non era ovvio che avvenisse.

Ho poi constatato  che negli ultimi 20 anni, dopo il crollo della DC, la dinamica dei rapporti tra cattolici impegnati in politica e vescovi  è stata stretta tra due poli, tra: «Io sono un cattolico adulto», frase spiritualmente senza senso ma politicamente incazzosa, pronunciata da Romano Prodi, allora premier, contro il card. Ruini (epoca dei Dico), e dall’altra parte: gli atei devoti, che ai più appaiono lesti a risolvere favori più che testimoni di fede, che anzi se ne guardano bene dall’esserlo o dal dichiararsi.

Due opposti estremi, da cui verrebbe fuori che non c’è alternativa tra rissa e  zerbinismo, chiamiamolo così (vedi zerbino).

Ma così non va! E così non andremo da nessuna parte!

Il grande talento di Toniolo è stato quello di essere un cattolico autentico, capace di originalissimi contributi, capace di aiutare i vescovi a superare alcuni ritardi culturali (il rifiuto della democrazia, ad esempio), capace di farlo senza polemiche, senza scontri, senza falsità ma anche senza zerbinismi (appunto).

Un rapporto maturo, adulto (questo sì), responsabile da entrambe le parti.

Forse è per questo che a voce forte, il Papa e i vescovi chiedono che si faccia avanti una nuova generazione di politici cattolici, perchè se una nostalgia c’è è quella di un laicato alla Toniolo.

E’ curioso che dobbiamo guardare indietro, a prima del Concilio, per trovare felici esempi da applicare oggi in pieno post Concilio. Sarebbe bello indagare perchè.

Alla presentazione del libro hanno partecipato: Ernesto Preziosi, lo storico Agostino Giovagnoli, il presidente dell’AC, Franco Miano, il presidente delle ACLI, Andrea Olivero.

Maestro Brando!

Ho lavorato con Brando Giordani per 7 mesi a TV2000, 7 mesi bellissimi.

Ho condiviso la stanza con lui da settembre 2007 ad aprile 2008, tutti i giorni della settimana.

Gli ho fatto domande sulla storia e sulle persone, abbiamo parlato di lavoro e di famiglia. Ho visto il suo metodo e ho cercato di impararlo. Ho ammirato la sua instancabile marcia.

Quello che dicono oggi i giornali è tutto vero: Brando è stato un genio, un gentiluomo, una persona intelligente e ironica, sensibile fino al punto di restare male.

Ha inventato metà della televisione che è entrata nella storia (lui  ha voluto il Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Credere non credere di Zavoli, Il Fatto di Enzo Biagi, Carramba in tutte le sue edizioni, Pronto? Raffaella, Odeon, Colosseum…).

Ma c’è una cosa, su tutte, per cui dico grazie a Brando: perchè non ha temuto di raccontare ai più giovani i segreti del mestiere.

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