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NESSUNO E’ UN DIRITTO

Finora nessuno era un diritto per nessuno.

Cosa diremmo se qualcuno scrivesse che le donne sono un diritto per gli uomini o gli uomini un diritto per le donne? Risponderemmo che siamo liberi, e nessuno ha diritti su nessuno.

Semmai avevamo imparato che sono i bambini ad avere diritto ai genitori, perché soggetto debole, da accompagnare. Attenzione: i bambini hanno un diritto, non sono il diritto.

Le motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale non sono una conquista.

E la paternità e la maternità per (sedicente) diritto è un capriccio ottenuto con la forza, senza un democratico processo legislativo.

Come Olivero, forzando l’elenco, ha portato la vita-che-vuole-la-cura a “Vieni via con me”

Ernesto Olivero ha portato il tema della cura della vita a Vieni via con me
Ernesto Olivero ha portato il tema della cura della vita a "Vieni via con me"

Alla fine la vita-che-cerca-le-cure ha fatto capolino a «Vieni via con me».

L’ha fatto dopo che Fazio, iniziando il programma, aveva ironizzato sui pro-vita («mica noi siamo pro-morte», aveva letto).

Poi però è entrato Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig. Il suo elenco, ufficialmente, doveva essere dedicato alle cose viste per strada a Torino, solo che ad un certo punto nel racconto spunta una donna che accudisce il marito incosciente nel letto (evidentemente a casa, non per strada: forzatura di Olivero sull’elenco che doveva leggere, ma o così o non entrava il tema della vita in puntata).

Forse sbaglio, ma in questa descrizione ho ritrovato Mariapia Bonanate, che sta accanto al marito che non può dirle grazie neppure con un sorriso, non certamente con un bacio, ma lo fa col suo respiro lieve e sereno.

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Una politica per la vita

PIU’ ETICA PER LA SOCIETA’
BENEDETTO IPPOLITO PER “AVVENIRE”

Il 21 marzo è stato presentato a Roma, dall’Associazione Scienza & Vita, dal Forum delle famiglie a da Retinopera, un importante Manifesto etico dal titolo ‘Liberi per Vivere’. Si tratta di una proposta culturale sintetica ed efficace, ormai abbastanza conosciuta, che si propone come scopo la diffusione di una cultura favorevole alla vita umana.
Leggendo tra le righe le tesi richiamate nel breve programma, si rimane colpiti soprattutto dall’elevata universalità dei contenuti, senza alcuna parzialità e senza alcun richiamo diretto alla fede. Si parla esplicitamente della vita umana come un fine, del significato trascendente che ha la singola esistenza personale, considerando, senza mezzi termini, la struggente situazione di disagio e di dolore dei malati, soprattutto nei casi estremi di sofferenza e solitudine.
Ai tre Sì programmatici principali – alla vita, alla medicina palliativa e all’umanizzazione dei malati – si affianca un rilievo costante e preciso a favore di un insieme vasto e universale di valori antropologici.
D’altra parte, considerando i diritti fondamentali della persona, e in primo luogo l’intangibile indisponibilità individuale d’ogni vita umana, è difficile pensare che qualcuno possa sentirsi escluso dal novero della citazione. Sembrerebbe perfino inutile richiamarsi – come giustamente avviene nel documento – alla Costituzione, giacché la prospettiva è l’umanità nel suo insieme, e non una singola comunità nazionale.
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